L’egoismo che ruba il merito: il male nascosto del marketing.

Dopo la prima guerra mondiale, molti generali finirono a dover scrivere libri di memorie per potersi mantenere.


Mi ha colpito la storia del generale tedesco Krafft von Dellmensingen.
Infatti uno dei motivi dietro la vittoria Austro-Tedesca a Caporetto fu l’autonomia data a piccoli gruppi di soldati nel portarsi dietro la fanteria italiana per accerchiarla.
Questi piccoli gruppi erano guidati da sottufficiali giovanissimi che vennero citati nelle memorie, riconoscendo l’importanza di ciò che avevano fatto in battaglia.
Questo atteggiamento di riconoscimento del merito individuale è qualcosa che nell’Italia dell’epoca era inconcepibile, ogni azione veniva portata a compimento solo ed esclusivamente dietro ordine diretto del comando.

La situazione non è cambiata granchè.
Ancora oggi vince chi permette alle individualità di emergere, facendole sentir libere di dar sfogo alle proprie abilità (sempre focalizzate su un obiettivo di team), con le dittature che sono invece destinate al fallimento.

Anche nel nostro mondo ci sono realtà che non riconoscono il valore del lavoro degli altri, mascherando da procedura un atto di sfiducia, gelosia o egoismo.
Ci sono aziende guidate da frontman che non mettono mai in contatto chi ha lavorato su un progetto con il committente, prendendosi il merito di coloro che hanno lavorato duramente per portarlo a compimento.

Sinceramente, è un atteggiamento che mi indispettisce, non lo comprendo.
Come si può privare a un designer, un copy o uno stratega il brivido e l’adrenalina della presentazione?
O anche solo non citarne la paternità di alcune scelte, sviluppi, risultati?
Ma soprattutto, come può crescere un’azienda che non ha il coraggio di mandare avanti le proprie persone, nascondendole in uno stanzino come fossero automi?

Non cresce. Giustamente.

C’è chi magari maschera la scelta dietro una “maggior abilità di vendita”, peggiorando la situazione.
Le persone vanno guidate e aiutate a migliorarsi, soprattutto dove possono avere difficoltà.

Ogni persona che contribuisce al successo di un progetto merita il giusto riconoscimento, indipendentemente dal suo ruolo.

Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza le persone che lavorano o hanno lavorato con me, perchè se stiamo raggiungendo dei risultati straordinari è merito loro, senza se e senza ma.

Un grande onere, ma anche un onore, del quale bisogna essere orgogliosi.
Io lo sono, come lo sono dei due meravigliosi designer in foto.

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